ANIME VAGANTI TRA ANALOGICO E DIGITALE

La mia generazione, quella dei nati nel decennio del 70 per intenderci, vive in una sorta di limbo tra analogico e digitale.

È cresciuta ascoltando dischi in vinile ma il periodo del CD e quindi del digitale era già dietro l’angolo. Da bambini il personal computer non era ancora diffuso ma da lì a pochi anni abbiamo iniziato a trovarcelo sugli scaffali dei negozi specializzati.

Non sapevamo cosa fosse un telefono cellulare ma se pur non più bambini, ce ne siamo innamorarmene ben presto. Insomma una generazione di anime vaganti, innamorate del digitale ma legate ad un passato che sente come più affascinante.

È forse l’ultima generazione con due piedi su due staffe, alla continua ricerca di equilibrio tra il passato e il futuro.

Il movimento dei nostalgici del passato, del sì stava meglio quando si stava peggio, è sempre esistito ma prevedo che nei prossimi anni, forse complice anche l’avanzare dell’età, aumenteranno i casi positivi di nostalgici dell’analogico così come il numero di anime vaganti bloccate nel purgatorio tra un futuro infernale e un passato paradisiaco.

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